Storie

La Filastorie: magici telai che danno il buonumore!

7 Marzo 2023
Un filato de La Filastorie_COVER
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Mentre preparavamo la storia di oggi ci è venuto naturale ripensare alle parole di Greta, penna della rubrica Sguardo alle Stelle, e nella fattispecie alla bellissima descrizione che ci ha dato di Marzo 2023 “…il mese più significativo dal punto di vista astrologico di quest’anno… che il 23 vedrà l’ingresso di Plutone nel segno dell’Acquario scandendo davvero il tempo di una nuova era.”

La Storia fuori dal coro di oggi nasce da un momento complicato e di grande cambiamento. Ne è protagonista Michela, conosciuta come La Filastorie, una donna che ricama la sua vita nell’artigianato e che attraverso i suoi telai regala buonumore.

Dietro a questa magia c’è uno studio attento dei colori in grado di suscitare sensazioni ed emozioni, ma anche progettualità dei volumi, fantasia e immancabile creatività.

I suoi telai hanno un superpotere: trasmettono buon umore e, “rubando le sue parole”…è consigliato appenderli e guardarli una volta al giorno.

Le abbiamo fatto parecchie domande, il progetto è davvero interessante e merita un’indagine “fuori dal coro”; è in via di sviluppo, molte idee bollono in pentola. La stessa Michela ci ha rivelato che difficilmente quando comincia una cosa riesce a mantenerla invariata nel tempo. Ma questo è, a nostro avviso, un bene.
Di certo La Filastorie sarà protagonista di un’evoluzione, ma non vuole svelare troppo… almeno per ora!

Vi consigliamo di mettervi comod* e di avventurarvi in questa storia magica, artistica e terapeutica…

LA FILASTORIE

Chi è la “Filastorie” apprendista ricamatrice?

La Filastorie è una donna che ha l’artigianato nelle viscere.

Nasco da papà parrucchiere che mi ha tramandato questa passione e che mi ha fatto sviluppare negli anni la manualità per imparare sempre cose nuove. Da sempre trovo soddisfazione nel creare con le mie mani e gustarmi il risultato finale.

NUOVI PROGETTI PER RINASCITE CREATIVE

Dopo due anni di interviste ad artigiani, alla domanda “da dove nasce il tuo progetto” abbiamo ricevuto molto spesso la stessa risposta che amiamo riassumere in due parole: difficoltà e rinascita. Teniamo a ricordare quanto questo viaggio, non sempre facile, avvicini molto il nostro progetto a quelli degli artigiani che abbiamo incontrato.

Il mio progetto nasce da un momento di vita molto particolare e difficile, di grande cambiamento. In quel periodo la mia testa era un continuo pensare e pensare, tanto da incidere anche nella qualità del sonno.
Ricamare è stato un balsamo per la mia anima ma soprattutto per la mia testa: mi concentravo solo in quello che facevo isolandomi completamente e vivendo in piena consapevolezza il qui ed ora. 
Poi, visto che mi riusciva anche abbastanza bene, non mi sono più fermata.

L’ARTE DI IMPROVVISARE

Dal tuo profilo leggiamo che non segui un disegno, piuttosto “tutto nasce al momento”, ami improvvisare quindi.

Ci racconti a grandi linee questo momento di esplosione creativa?

Anche questo dipende sempre dal periodo in cui è nata la Filastorie: tutto intorno mi stringeva in una morsa, vivevo sempre sotto delle regole che cominciavano a diventare strette, sentivo la necessità di spaziare in un mondo che di regole non ne aveva.

Inizialmente per allenarmi seguivo uno schema, ma non era per me.

È stato solo quando ho cominciato a vedere le cose sotto una diversa prospettiva che ho capito che non avere regole poteva darmi grandi risultati.

Quindi ho provato a lasciarmi andare e SBAM… non potevo credere ai miei occhi.

Chi ti ha insegnato le basi per il ricamo?
Fino a poco più di un anno e mezzo fa non sapevo infilare il filo in un ago, non ho mai attaccato un bottone o rammendato un calzino. Ho trovato dei corsi on line che mi hanno ispirata e li ho seguiti: mi hanno accompagnato in un mondo sconosciuto che ho amato sin da subito.

ISPIRAZIONI, PALETTE E TEMPI LENTI

Nelle storie in evidenza sul tuo profilo Instagram c’è una sezione dedicata alle “Ispirazioni” che, dopo aver letto questa intervista, consigliamo a tutti di andare guardare. Detto questo… cosa ispira i tuoi lavori?

Ne ho moltissime e non per forza solo nel ricamo. Per me tutto è ispirazione, gli artigiani in primis. Chi con la ceramica, chi con i tessuti, chi con le perline, la lana… ognuno con il suo prodotto. Faccio sempre molta ricerca e non mi basta mai.

Quando poi scoppio di idee, decomprimo con lunghe passeggiate in mezzo alla natura: lì di ispirazioni ne trovo moltissime. 

Dopotutto l’artista Gaudì ha più volte affermato:

Volete sapere dove ho trovato la mia ispirazione? In un albero; l’albero sostiene i grossi rami, questi i rami più piccoli e i rametti sostengono le foglie. E ogni singola parte cresce armoniosa, magnifica.

Qual è la cosa che ami di più dei materiali che lavori? Prediligi una palette in particolare? 

La scelta della palette è la parte che mi occupa più tempo: scelgo i materiali con cui lavorare con moltissima cura prima di iniziare, studio le armo cromie, i filati e cerco di capire già in fase di elaborazione come disporre i volumi. Non ho una palette preferita, di certo però si può notare che ho una forte propensione ai colori freddi.

Tra le cose che più ci hanno incuriosito del tuo lavoro c’è la bolla. Nei tuoi postspecifichi che è solo tua e che ci entri quando ricami accompagnata da pensieri felici… ci piacerebbe saperne di più.

Come ho detto sopra il ricamo è il mio TEMPO LENTO: sono mamma, lavoro a tempo pieno, arrivo a sera quando avrei ancora milioni di cose da fare e sono sempre in ritardo. Mi trovo stravolta senza rendermene conto.

(E a questo punto Storie di Pigne aggiunge un inciso: quant* di voi che state leggendo capite perfettamente Michela? Ma proseguiamo con l’intervista…)

E allora, invece di andare in palestra…

Mi siedo e prendo in mano il mio telaio, ripeto quei gesti con calma, osservo con attenzione come viene ogni singolo punto e rallento. Entro in un’altra dimensione unica e speciale, che mi da modo di ricaricare per ripartire.

IL TELAIO: DOVE TUTTA LA MAGIA HA INIZIO…

Il cerchio, da sempre forma magica, è il protagonista dei tuoi lavori (almeno per ora). I telai che usi, infatti, sono composti da due cerchi di diametro diverso congegnati in modo che uno entri esattamente nell’altro grazie ad un sistema di regolazione che permette di stringere e bloccare il cerchio esterno una volta posizionato il tessuto da ricamare. Il suo compito è quello di mantenere ben teso il tessuto, ma nei tuoi progetti funge da vera e proprio cornice magica e terapeutica.

Ci racconti la nascita di un telaio ricamato? Dalle prime emozioni alla realizzazione compiuta.

Scelgo in primis i filati. Anche se non sembra c’è moltissima ricerca dietro: i colori vivi, i fluo, i polverosi… accosto le matassine per capire se vanno d’accordo. C’è un lavoro di armo cromia pazzesco che lavora su contrasto oppure armonia.
Studio anche la tipologia di filato, se è lana piuttosto di un cotone o un semplice mouliné per creare anche contrasti nei volumi. Inizio il lavoro e osservo.

Ti confesso che molte volte quando inizio disferei tutto, poi invece più vado avanti più mi rendo conto di progredire bene.

I LAVORI SU COMMISSIONE

Riteniamo interessante scoprire cosa scatta nella mente dell’artigiano quando gli viene chiesta una commissione.
Nel tuo caso ci parli di legami…

Quando ricevo una richiesta, si crea un legame molto particolare con la persona che la domanda perché il lavoro è spesso legato ad una descrizione.
In quel momento si instaura un punto di contatto molto particolare in quanto, molte volte, i racconti sono intimi. Trovo questo lato molto bello e speciale, le persone mi danno fiducia, anche se virtualmente, mi trasmette molta carica.

E poi sono felice di portare un po’ di colore nelle vite delle persone.

Sono particolarmente legata ai lavori che mi vengono commissionati: la fiducia che mi viene data e il sapere che un mio lavoro risiede in un’altra dimora mi dà moltissimo orgoglio

Chiudiamo queste quattro chiacchiere con una riflessione che ha per protagonista la perseveranza.
Alla domanda “esiste un lavoro molto complesso nella realizzazione che sicuramente non dimenticherai…?”
Michela ci ha fatto sorride il cuore con questa risposta:

Forse il primo: è stato stancante. Ci ho messo un week end intero dalla mattina alla sera, ma quando l’ho guardato mi sono commossa. Davvero lo avevo fatto io? Proprio io che non sapevo nemmeno attaccare un bottone?

Facciamo molta fatica a capire che quando si vuole davvero una cosa la si può ottenere: basta metterci tanto impegno e un po’ di cuore.


LINK UTILI

Segui Michela sul suo profilo IG la_filastorie

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