Storie

LESA quando il riciclo fa tendenza.

3 Marzo 2020
LESA
Reading Time: 4 minutes

Capita di lavorare per anni accanto a persone che d’improvviso riscopri, all’inizio ti colpiscono per la loro creatività, poi conosci il loro “dietro le quinte” e inizi ad ammirarle. E’ il caso di Elena, di lei ci piace la riservatezza, la dedizione e passione per il lavoro e soprattutto la sua incredibile vena creativa.

Di chi stiamo parlando?

Elena è una trentina di nascita, venuta a studiare scenografia all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Come molte delle persone che hanno la fortuna di vivere in questa città, se ne innamora e decide di viverci; dopo diverse esperienze di lavoro (dalla progettazione di modelli in scala per architetti, all’assistente al corso di modellistica all’università di disegno industriale di San Marino, all’assistente a progetti grafici, al costruttore scene per associazioni culturali eccetera eccetera eccetera…) per una serie di fortunate coincidenze trova velocemente lavoro al Teatro Goldoni di Venezia ricoprendo molti ruoli, ma una delle sue doti è l’adattabilità e la predisposizione a lavori manuali: elettricista, falegname, ma anche sarta grafica e fotografia che ha studiato alle superiori…

Dove tutto ebbe origine…

La domanda che ci è sorta spontanea dopo due chiacchiere con Elena è stata capire da dove fosse arrivata l’idea di Lesa… ci ha risposto così: “ho sempre avuto dei grossi problemi a buttare ogni tipo di oggetto che potesse essere utile o essere riutilizzato in altri modi, ho sempre cercato di riciclare tutto quello che riuscivo… da questa “passione?” nasce la storia di Lesa, prima con un’amica poi da sola.

Prendere vestiti, coperte, asciugamani che dapprima io poi amici o conoscenti avrebbero buttato e cercare in modo creativo di riutilizzarli creando qualcos’altro da usare nuovamente. Borse con le vecchie cravatte dei nonni, bavaglie con vecchi asciugamani, berretti da vecchi maglioni o coperte o cappotti… e poi all’infinito con gli scarti di questi presine per la cucina, collane con gli scarti dei manici di cuoio… alla fine non mi rimangono che delle strisce di ogni materiale… che comunque riuso per le imbottiture di qualche pupazzo…

Elena

Lesa non è altro che un gioco di lettere tra il nome eLEna e il nome di SAbrina con cui ha iniziato questo progetto (SA LE esisteva già come realtà a Venezia quindi si è optato per LE SA che piaceva ed era anche più simpatico).

Mamma, lavoratrice multitasking…

Ma veniamo ad una questione che, prima o poi, riguarda un po’ tutte: Elena è una lavoratrice, ha un hobby (LESA) ed è, udite udite…MAMMA! Diciamo che la gravidanza ha reso tutto un po’ più complicato: riuscire a stare dietro a questa passione è diventato più difficile, ma le ha offerto nuovi spunti per dare vita ad oggetti legati al mondo dell’infanzia: le bavaglie, gli “aggeggi” da masticare quando mettono i denti… i pupazzetti, i berrettini fatti con le magliette di cotone e molto altro. 

“Il tempo mi sembra sempre troppo poco tra il lavoro, badare alla casa e occuparmi di mio figlio, ma si sa le mamme non si fermano mai giusto?”

Elena

Le abbiamo chiesto dove trova l’ispirazione… e la risposta ci è piaciuta un sacco: “…che ne so dove trovo l’ispirazione??? Guardo una cosa ci penso, ci provo e gli trovo un altro utilizzo, mi viene così…”

Un esempio di quello che fa sentire realizzata Elena?

Un amico le porta una borsa di vestiti così malridotti che alla fine che non si possono nemmeno dare alla Caritas:“…guardandoli mi dice che si tratta di pantaloni di velluto che ha adorato perché erano di suo padre, ma la moglie lo uccide se li mette ancora: ecco! Gli ho fatto un borsone che si trasforma in zaino, cosi avrà sempre i pantaloni del padre con sé…un ricordo insomma…”

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