A tutta Birra

Frigo pieno di carta argentata

2 Aprile 2021
Frigo pieno di carta argentata
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“Ciao tesoro, ti amo” – un bacino a mia moglie prima di uscire – “Ciao ragazzi, buona cena” – un saluto agli amici e vicini di casa che ogni lunedì si trovano a casa mia per farsi una bella mangiata.

E io dove sto andando con gli ospiti intorno al tavolo della mia cucina?

Ad un corso professionale di degustatore di birra artigianale, lo avevo iniziato quattro mesi prima e quella sera sarebbe stata l’ultima lezione prima dell’esame che si sarebbe svolto dopo un paio di settimane.

“Lezione finale stupenda, a me che piace cimentarmi in cucina e devo dire anche con dei discreti risultati – sguardo da finto ‘so tutto io’ – sentire parlare di abbinamenti, delle tante possibilità che la birra ha in cucina, è stato proprio bello” – racconto il giorno dopo davanti alla macchina del caffè al collega che conosce con quanto entusiasmo ho intrapreso il percorso.

“Come sarà l’esame?” – mi domanda Mattia –
“Scritto e se si passa c’è la degustazione alla cieca* di una birra, si deve anche indovinare lo stile!”
“Ti stai preparando?”
“Oggi vado a fare acquisti, Laura non sa ancora che in frigo dovrà fare spazio ad un po’ di birra, ma è solo per due settimane, una a sera o forse più”

Così dopo la giornata di lavoro torno a casa con un bel sacchetto pieno di birre e il mio frigorifero diventa pieno di bottiglie luccicanti, perché prima di essere posizionate rigorosamente in piedi**, vengono avvolte dalla carta stagnola, così che io all’assaggio non possa vedere cosa sto bevendo.

Parte il tour de force, ogni sera una birra, sabato e domenica turno doppio, pranzo e cena con inserto in zona aperitivo.
Mia moglie mi da una mano a bere e scopro che qualcuna l’apprezza, lei grande sostenitrice della birra industriale; io fortunatamente indovino la maggior parte degli stili e arrivo all’esame preparato.

Photo by Thais Do Rio on Unsplash

< Lo scritto va una meraviglia, un errore, la degustazione mi sembra che sia andata abbastanza bene > esco con queste convinzioni e mi confronto con il mio amico Carlo, che non ha passato lo scritto purtroppo.

La settimana successiva mi arriva la mail con scritto che l’esame non è stato superato, e che posso riprovare la settimana seguente.

Con un po’ di amarezza torno al beershop*** a prendere un po’ di birra, e ritrasformo il frigo in un contenitore luccicante.
Tour de force di una settimana, ormai i vicini di casa credono che siamo degli alcolizzati, il bidone del vetro lo riempio da solo, ma è un duro lavoro e qualcuno lo deve fare.

L’impegno porta i suoi frutti, passo l’esame a pieni voti, sono finalmente degustatore professionista!

La sera della consegna dei diplomi si svolge ad un bel pub milanese, in cui si può mangiare ottima carne, io e Lauretta andiamo prima, ceniamo insieme e con una bella pinta piena (la seconda) aspettiamo che arrivi l’organizzatore del corso.

Nella confusione, finalmente vedo Carlo e lo saluto, pacche sulla spalla (al secondo tentativo abbiamo superato l’esame tutte e due) e gli presento mia moglie e lui mi presenta la sua ragazza
“Piacere Thomas”

“Piacere ALEssia”

*dicesi degustazione alla cieca la prova in cui il degustatore deve effettuare la valutazione della birra affrontando aspetti come schiuma, colore, sapore, aroma e gusto, abbinamenti dichiarando nel finale lo stile appartenente.

**la birra artigianale deve essere conservata in pedi in quanto la maggior parte è rifermentata in bottiglia, e nel fondo della bottiglia c’è la presenza del lievito, inoltre deve essere mantenuta al fresco (se non in frigo) in quanto il caldo superiore a 20° potrebbe creare problemi al prodotto in quanto non pastorizzato.

***negozio in cui viene venduta la birra artigianale, tanta birra, scaffali pieni di birra artigianale, prodotti di nicchia del settore, strumenti per fare la birra in casa, in cui c’è persona competente che ti può dare ottimi consigli anche se fino al giorno prima hai bevuto solo moretti.

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