Storie

Ombretta Hand Made: quando un hobby fa stare bene

13 Settembre 2020
Ombretta
Reading Time: 5 minutes

Vi è mai capitato di avere un interesse particolare, un hobby da alimentare o semplicemente la voglia di realizzare qualcosa… ma di non trovare il tempo e la costanza per farlo crescere?

Prima o poi arriva il momento in cui l’interesse diventa un’attività hand made che regala grandi soddisfazioni e il merito non è solo di una malattia e di un po’ di tempo libero, ma soprattutto di una figlia che ti ispira/spinge a fare quale passo in più…

Questa è la storia di molti, ma non per tutti c’è il “lieto fine”.

Il coraggio di mettersi in gioco.

Ci vuole soprattutto la voglia di mettersi in gioco, di lavorare parecchio e di dedicare il tempo libero ad una passione che vedi crescere e concretizzarsi sotto i tuoi occhi. 

Amicizie comuni ci hanno portate a incontrare Ombretta, una mamma, lavoratrice “alle prese con aghi, fili e fantasia!”

Ombretta
Quattro chiacchiere con Ombretta…

Davanti ad un caffè le abbiamo chiesto dove sia nata questa passione e dopo quaranta minuti di chiacchiere abbiamo raccolto una storia che con grande piacere vogliamo condividere. 

A tredici anni Ombretta inizia a mettere le “mani in pasta” ispirata dalla zia che lavora con passione e dedizione all’uncinetto, nel guardarla l’allora ragazzina rimane affascinata dalla danza dei fili e dalla pazienza che la zia mette in questo lavoro, così decide di provarci e iniziano i primi “giri”…

Poi è il momento della maglia, tra un libro e un altro, un consiglio della mamma Angela, una vera maestra con le cerniere, e continue prove Ombretta decide di fare quel qualcosa in più, iniziano a prendere vita i primi progetti regalati ad amiche, continuano le lezioni da autodidatta grazie all’innumerevole pila di libri e arrivano le soddisfazioni nel vedere progetti che da idee in testa si sono trasformati in realtà… 

La strada non è sempre stata in piano…

Non sono mancate e non mancano le difficoltà che tanto scoraggiano in principio, ma che fungono da monito e guida per l’evoluzione di un progetto: Ombretta ci ha raccontato di aver buttato via innumerevoli stoffe, e con esse soldi, perché alcuni oggetti venivano male e non come voleva.

Ci ha anche detto di essere cocciuta, una vera Pigna insomma, e l’idea di vedere qualcosa che non veniva come aveva deciso in principio, la spingeva (e spinge) a farlo e disfarlo più e più volte… per fortuna in questi momenti non è mai mancata mamma Angela che con i suoi modi l’ha aiutata a trovare soluzioni e a rifare progetti. 

Oggi, per evitare “brutte sorprese”, Ombretta fa sempre il campione prova: lo testa, lo modifica e solo nel momento in cui la soddisfa si parte con la produzione vera e propria.

Sua nonna diceva sempre “il lavoro della donna è fare e disfare e noi facciamo tesoro di questa perla.

Alla ricerca dell’ispirazione…

L’ispirazione arriva da più fronti: una gita, un negozio, una bancarella, dalle persone stesse o più semplicemente da una sbirciatina su Pinterest (un vero mondo in cui perdersi). Come per qualsiasi creativo l’occhio è un validissimo alleato, si immagazzina e poi elabora per dare vita ad una propria visione. I libri rimangono comunque una delle fonti che Ombretta predilige, oltre ai consigli irrinunciabili di mamma Angela.

Come accade per molti, la nascita di un bimbo crea un rallentamento della vita che era prima e una violenta accelerazione in un nuovo mondo (quello della maternità) che “strema”, impegna e non permette molte distrazioni, almeno all’inizio. Con la nascita di Samantha, Ombretta deve giustamente dedicarsi al nuovo ruolo di mamma e per questioni lavorative e di organizzazione, mette da parte questo lato hand made… poi, però, i figli crescono e come in questo caso ispirano e spingono a seguire le proprie passioni!

Nasce così Ombretta Hand Made, una squadra quasi tutta al femminile che lega mamma, nonna, figlia, con supporto esterno di zia, zio e fidanzato della figlia… un team tutto in famiglia!

Una squadra “in famiglia”

Ombretta non lavora da sola, trova una valida spalla in mamma Angela, pilastro della famiglia, che con la sua esperienza e oggettività supporta il resto della squadra; c’è poi Samantha, figlia di Ombretta, ragazza che a noi piace definire “fuori dal coro” intelligente e creativa che qui possiamo simpaticamente identificare come il “direttore creativo” del team. Zia Anita, talentuosa tatuatrice esportata a Torino, non manca di vagliare stoffe e progetti, mentre lo zio offre il suo occhio maschile per una valutazione finale. Per ultimo, ma non d’importanza, Luca, il ragazzo di Samantha, grafico che ha curato (sotto la guida severa MA giusta della fidanzata) l’immagine coordinata del brand dal logo al packaging, al catalogo, ai bigliettini da visita e molto altro…

Con un sorriso Ombretta e Angela ci hanno raccontato di quanto sia stato bello vedere lavorare insieme Luca e Samantha, è infatti grazie a loro che Ombretta Hand Made è presente sui social e riesce a farsi conoscere meglio attraverso la tecnologia. 

Le abbiamo chiesto quanto conti il giudizio della famiglia sulle sue scelte, sui suoi lavori e nella quotidianità… ci ha risposto che lo ha sempre accettato volentieri: “…può darsi che avendo ognuno la propria idea, arrivino suggerimenti stimolanti. Samantha è “tosta”, mentre la mamma è un tipo che cerca di farti capire che potresti fare in modo diverso per ottenere un miglior risultato con modi pacati e grande diplomazia. Insomma, sono tipe da portare via quando si fa shopping!”

Immancabile, anche se a distanza, il confronto con la zia e lo zio, quest’ultimo ha ovviamente un occhio maschile che aiuta a dare il giusto valore economico al progetto. 

Insomma, Ombretta Hand Made è il classico, ma non banale, esempio di come tante opinioni possano portare alla realizzazione di un progetto comune che, a livello di operatività, rimane a “gestione familiare”. 

Un consiglio per chi volesse iniziare a coltivare un hobby?

“Provarci, ma provarci seriamente, perché se non ci provi non puoi capire se è una cosa che ti piace o no…” e nonna Angela ha aggiunto “la pazienza, senza non si può…”

Certo non deve mancare anche il tempo, ma quello alla fine si trova sempre, soprattutto se il coltivare le proprie passioni diventa una cura per stare bene con sé stessi…

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