Storie

Elisa, una mamma su e giù dal palco…

22 Gennaio 2020
Elisa confrontArti
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Otto anni fa abbiamo avuto il piacere di conoscere Elisa, all’epoca attrice e regista della compagnia “La luna al guinzaglio”. A distanza di qualche anno ci siamo incontrate di nuovo e abbiamo fatto quattro chiacchiere sui cambiamenti…È venuta fuori un’ intervista dove una mamma di certo può leggersi, un po’ ritrovarsi e sicuramente sorridere. Proprio vero: i figli ti cambiano la vita…Elisa ci racconta come la sua si sia trasformata. Buona lettura!

Elisa


Elisa mamma e Elisa attrice/regista: queste due parti riescono a convivere o i sacrifici sono all’ordine del giorno?
In quanto attrice e regista il mio lavoro si è completamente trasformato. Definire questa trasformazione nell’ordine di misura del sacrificio diventerebbe angosciante, perché se di sacrificio si parla, l’unità di misura non è neppure all’ordine del giorno bensì dell’ora o del minuto. Tutto ha preso un’altra direzione ed un’altra dimensione. Anche le priorità sono cambiate completamente. Ma mi accorgo che riesco a fare adesso una quantità di cose che mai avrei creduto fossero possibili nell’arco di 24 ore e che, chiaramente, se bisogna scegliere dove togliere il tempo, la mia scelta ricade sempre sulle ore di sonno. Continuo ad amare il fatto di portare avanti molti progetti, solo che ora devo avere un’elasticità superiore a quella che avevo in passato. Ad esempio riesco a ritagliarmi dei giorni e delle ore per organizzare preparare determinati lavori ma basta un’influenza intestinale dei cuccioli a fare sbarellare tutto. E si parte con il Tetris, fra il tempo e le cure da dedicare a loro e quello da poter investire nell’ambito lavorativo.

Il tuo lavoro si è adattato alla vita di mamma o viceversa?
Ho trasformato completamente il mio lavoro. È stato chiaro dalla nascita di Francesco che tutto doveva cambiare. Lui è nato prematuro di 5 settimane e d’urgenza, mentre stavo curando una regia che doveva debuttare la settimana successiva a quella che è stata la sua nascita. Avevo calcolato di fermarmi un mese prima del parto ma così non è andata. Un messaggio chiaro e diretto: “Mamma, il mondo va avanti anche senza di te. Prendi i giusti tempi.” Ed in effetti me lo ricorda costantemente. Quando mi lascio prendere da troppi progetti, il messaggio ritorna. Negli ultimi mesi della prima gravidanza ho deciso di non impegnarmi più come attrice anche perché, una volta nato il bimbo, non avevo intenzione di spostarmi in tournée ed allontanarmi da lui. Certo che probabilmente si può organizzare anche in altra maniera, muovendosi proprio con la creatura e qualcuno che accompagni. Ma questo non era il mio desiderio. Ho capito sempre più che amavo curare la regia ed ho approfondito questa direzione. Inoltre da 15 anni mi occupo anche di insegnamento del teatro sia nelle scuole che ad adulti. La nascita di Francesco mi ha fatto capire che mi interessa sempre di più utilizzare il teatro per far star bene le persone occupandomi del benessere di ogni singola creatura, quindi ho seguito un percorso biennale come tutor olistico ed uno triennale come counsellor. Per il più del tempo i bimbi a turno hanno seguito con me le lezioni. Soprattutto Diana, la seconda, che ha appena compiuto 2 anni. Il messaggio che mi ha portato Diana è stato di altro genere. Mi ha fatto mettere molto in contatto con la mia forza e la mia femminilità. E che la natura e la vita in generale possono esserci complici – se le rispettiamo – o meno, ma che non le si può controllare (Diana ha deciso di nascere, dopo scadenza, nello stesso giorno di suo fratello, il 5 gennaio). Con lei è emerso chiaramente il bisogno di essere stanziale. Una trasformazione totale rispetto al passato in cui il lavoro, per scelta , mi rendeva nomade. Mentre ero incinta di Diana ho fatto un passo che fino a 5 anni fa mai avrei pensato. Ho acquistato ed aperto quella che ora è la mia scuola per il benessere della persona: “confrontArti”. Io ovviamente mi occupo del teatro. Altri esperti propongono altri percorsi e discipline con questo filo rosso comune. Riuscire al momento ad organizzare la vita lavorativa fra gestione ed organizzazione della scuola, insegnamento a “confrontArti” e nelle scuole pubbliche, la regia e da poco di nuovo anche spettacoli nel ruolo di attrice è veramente complesso. I bambini vengono sempre prima di tutto, quindi riuscire ad essere presente con loro significa strutturare gli orari lavorativi completamente sui loro calendariMa è estremamente appagante.Non intendo perdermi niente della loro crescita né della gioia di portare avanti progetti meravigliosi che variano e crescono in continuazione. Chiaramente tutto ciò mi è possibile grazie al sostegno del mio compagno, presente e partecipe, e dei miei genitori, che riescono a coprirmi quando mi trovo a lavorare negli orari in cui i bambini non sono a scuola o quando non riesco a spostare il lavoro nei momenti di malattia dei bimbi. Essendo loro ancora piccini, di 5 e 2 anni, è facile che restino a casa da scuola o dall’asilo. Ogni contrattempo scombina tutto. Ma questo non fa altro che ricordarmi costantemente di vivere una vita rimanendo presente. Che cosa ci rimette di più? Sicuramente la casa! Ogni tanto sembra che sia esplosa una bomba per quanto tutto riesce ad essere fuori posto. E poi, nei momenti di quiete, si cerca di ritrovare un po’ di ordine… ma è difficilissimo da mantenere. Ma, sinceramente, in questo periodo della mia vita, non mi sento di dare più di tanto importanza a questo aspetto.

Come è nata la tua passione per il teatro?
Ricordo da sempre l’amore per il teatro. Tanto nel farlo quanto per guardarlo. Alle elementari all’intervallo. Alle medie e superiori nel doposcuola. Con vari corsi privati. Ma non avevo mai pensato potesse essere una professione. Poi, un giorno, mia madre ha sentito alla radio che facevano i provini per un’Accademia d’arte drammatica ad Udine. Proprio mentre io stavo cercando la mia strada dopo le superiori. E mentre valutavo l’ingresso nell’una o nell’altra facoltà, sono andata a fare provino. Molte cose non mi aspettavo che sarebbero potute essere come ora sono. Ma evidentemente la realtà può essere molto meglio della fantasia. Mai avrei creduto di poter vivere del mio lavoro di attrice o addirittura regista. Né di insegnante di teatro. E invece a poco a poco, con estrema determinazione, questi lavori si sono delineati e professionalizzati. Mai avrei pensato che avrei aperto una scuola mia, io, da sempre amante degli spostamenti. Ora il nostro viaggiare continua, talvolta anche per lavoro, di solito anche con i bambini. Spesso per piacere. Francesco dell’anno scorso ha il suo trolley ed è molto orgoglioso di aver raggiunto questo traguardo come piccolo viaggiatore! Il teatro è per me un modo per aiutare le persone quando facciamo assieme un percorso di crescita personale, ma è anche un mezzo molto utile per sensibilizzare le persone, portare avanti tematiche importanti, muovere a riflessioni e possibilmente ad azioni. Credo molto nel teatro sociale. Credo molto nella catarsi che si può muovere nell’attore e nello spettatore.

 Qual’è la storia di Elisa e i progetti che stai portando avanti?
Dopo il liceo ho frequentato l’accademia d’arte drammatica, poi sono stata in Puglia per un anno e mezzo come assistente di un pedagogo teatrale Russo, Jurij Alschitz. Questa è stata lavorativamente l’esperienza formativa teatrale più forte per me. Poi mi sono trasferita a Roma, e lì ho vissuto per 5 anni, sperando di sfondare in ambito teatrale e magari cinematografico. Da questi punti di vista è stato un flop clamoroso. Ho ingannato il tempo laureandomi al Dams di Roma ma nel frattempo ho fondato la mia compagnia teatrale, “La luna al guinzaglio”, proprio a Trieste, città dalla quale provengo, con la mia più cara amica e socia nonché ex compagna di Accademia, Martina Boldarin. Abbiamo iniziato con uno spettacolo per ragazzi, col patto che quando il lavoro avrebbe interferito con l’amicizia, avremmo abbandonato l’aspetto lavorativo. Tutt’ora è la persona con la quale lavoro meglio. L’ultimo progetto con il quale abbiamo debuttato è uno spettacolo sulla violenza sulle donne: “Il corpo che parla”. Un monologo di Martina per la mia regia. E nel frattempo lei è la madrina di Diana. Ora “La luna al guinzaglio” ha 18 anni, una quindicina di produzione alle spalle, di cui alcuni spettacoli sono già in pensione, ma continua con nuovi progetti. Ho lavorato con vari artisti e varie compagnie, tanto per il teatro ragazzi quanto per adulti. Amo molto l’insegnamento che porto avanti da una quindicina d’anni. Insegno nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado al mattino. Due o tre giorni a settimana insegno anche nella mia scuola, “confrontArti”, che ho aperto nel settembre 2017 e di cui curo tutta la proposta formativa/artistico/sportiva. Sono di recente diventata tutor olistico immaginare animologico e a giugno discuterò la tesi come counsellor. Adoro viaggiare. E questo aspetto lo continuiamo a portare avanti. Chiaro che con due bambini è estremamente più impegnativo, ma forse ancora più bello! Ho scoperto che per fare la mia valigia può bastare un quarto d’ora e pochissime cose. Non sono altrettanto brava con le valigie dei cuccioli. Porto sempre con me troppe cose e mi ci vuole moltissimo impegno a prepararle. E ancora di più a disfarle!Tutto è cambiato da quando sono arrivati nella mia vita. Ma in meglio. Infinitamente in meglio.

Noi di Mamma Pigna crediamo non sia necessario aggiungere altro…

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